L’imprenditore Marco de Eccher ha annunciato che l’intervento
di ristrutturazione del palazzo dell’Upim che avrebbe dovuto portare il nome
del architetto Rafael Moneo non avverrà.
Obiettivo dell’imprenditore udinese era la riqualificazione
di un edificio che non è mai piaciuto troppo ai cittadini udinesi. Il palazzo
fu infatti costruito nel 1956 al posto di un teatro in stile liberty.
In molti speravano in un profondo intervento di
riqualificazione ma tali speranze sono state stroncate dalla sopraintendenza
architettonica. Essa infatti ha bocciato un primo progetto di Moneo
giudicandolo troppo impattante. Dopo mesi di trattative era stato presentato un
nuovo progetto che tenesse maggiormente in considerazioni la troppo restrittiva
burocrazia ma alla fine i compromessi da prendere sarebbero stati così tanti da
snaturare completamente il progetto. Alla fine il tutto era diventato poco
conveniente per la stessa impresa che ha deciso di abbandonare il progetto.
Il gruppo Rizzani de Eccher investì 20 milioni nel 2009 per
l’acquisto del edificio e si tratta di molti soldi che oggi pesano sulla
cittadinanza sotto forma di tasse e spese di manutenzione.
A questo punto in assenza di adeguati stimoli è possibile
che l’azienda udinese si limiti ad una banale ristrutturazione dell’edificio
esistente.
de Eccher però si è lasciato sfuggire un commento che ormai
è sulla bocca di tutti da molto tempo ovvero il fatto che il centro storico di
Udine sia lasciato in stato di abbandono e sia ormai diventato una zona priva
di stimoli.
Lo stato di abbandono del centro è qualcosa che noi di Udine
Futuro e Presente denunciamo da molto tempo: il centro storico della città
sembra sempre più svuotato e privo di vita.
Le attività commerciali si contano
sulla punta delle dita e pare che solo banche e gioiellerie riescano a
sopravvivere.
Questo stato della città è qualcosa che viene subito notato
tanto che il leader del M5S Beppe Grillo durante la sua ultima visita alla
città chiese in maniera beffarda ai propri sostenitori se Udine sia una città
di sole banche.
Lo stato di abbandono del centro è un male che avanza ormai
da più di un decennio: il suo progressivo svuotamento è in atto da prima dell’inizio
del secolo e negli ultimi tempi la situazione è drasticamente peggiorata. La
città tende a svuotarsi sempre di più ed a offrire sempre di meno.
Tale situazione spesso si estende anche alla periferia:
cresce sempre di più il numero di edifici in via di abbandono, le
ristrutturazioni mancate ed il generale stato di incuria della città
soprattutto in alcune zone critiche.
Fino ad ora le autorità competenti si sono sempre mascherate
dietro la scusa del patto di stabilità. Secondo questa teoria non sarebbe
possibile in alcun modo porre rimedio a questa situazione a causa delle
ristrettezze economiche. Eppure i soldi per gradi opere quali il parcheggio di
Piazza Primo Maggio sono stati messi a disposizione senza troppe difficoltà.
Quello che serve ad Udine è un cambio di mentalità:
servirebbero infatti interventi magari anche piccoli ma mirati alla
riqualificazione completa del territorio ed alla sua manutenzione nell’ottica
di rimettere in piedi la città piuttosto che favorire la filosofia dispendiosa
ed inutile delle grandi opere.
Nel frattempo il centro città continua ad essere in uno
stato di sofferenza che lo sta portando verso il baratro di un declino molto
veloce.
D.Deotto

vorrei sentire per una volta proposte concrete e non solo parole con la valutazione di costi e benefici, nonchè di fattibilità
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