mercoledì 8 ottobre 2014
FRIULI 1914
Nell'anno dello scoppio della Grande Guerra il Friuli era una tranquilla regione agricola che poco desiderava entrare in un conflitto armato. Non a caso in Friuli la maggior parte della popolazione dai socialisti, ai liberali fino ai cattolici era a favore della neutralità.
Si trattava di una neutralità interessata perchè allora molti friulani lavoravano in Austria come emigranti stagionali. La neutralità faceva comodo ai friulani che avrebbero potuto continuare a lavorare nei cantieri, nelle fabbriche e nelle miniere austriache approfittando magari dell'improvviso aumento del volume di lavoro dovuto alla guerra.
Ciò tuttavia non si avverò ed al contrario alla fine del 1914 ben 83.000 lavoratori stagionali furono costretti a tornarsene a casa interrompendo la stagione oppure senza essere pagati.
La stagione migratoria del 1914 si rivelò un disastro per i friulani a causa delle tensioni internazionali: il rifiuto dell'Italia di scendere in guerra a fianco degli imperi centrali aveva infatti raffreddato i rapporti con l'impero austroungarico che ora vedeva negli italiani una potenziale minaccia. Si preferiva quindi non assumerli o rimpatriarli il prima possibile.
Il Frili di allora mancava di unità territoriale: il confine si trovava subito dopo Cormons a est mentre Pontebba wera la piccola Berlino del Friuli in quanto divisa a metà dal confine.
Gorizia, Te Trieste erano possedimenti austriaci e vi erano anche alcune enclavi imperiali in territorio italiano come Aquileia.
Risulta facile comprendere quindi perchè il Friuli di allora ci tenesse ad avere buoni rapporto con l'Austria.
Un'altro evento che complicò la situazione fu un regio decreto che sottopose tutti i paesi di confine al regime di polizia militare. Questo rese molto complicato attraversare il confine e deteriorò i rapporti con l'Austria.
Alla fine del 1914 era ormai chiaro che il Friuli accusava tutti i danni tipici di una situazione che velocemente andava verso il conflitto.
Quasi 100.000 friulani tra lavoratori stagionali e residenti nei territori controllati dagli austriaci furono costretti a rimpatriare. Molti loro diventarono disoccupati o persone bisognose di aiuto.
Scoppiò una emergenza umanitaria di tale gravità che i rappresentanti locali furono costretti a chiedere aiuto a Roma.
L'interruzione dei rapporti con i territori sotto amministrazione austriaca fece scoppiare una crisi economica che portò ad una impennata dei prezzi e ad un aumento della disoccupazione. Così la disoccupazione dei migranti di ritorno andò a sommarsi con quella degli autoctoni creando uno stato di emergenza che si risolse solo con il passaggio ad una economia di guerra.
Tutti questi fatti facevano propendere la popolazione locale per la neutralità ma la città di Udine era sede anche della "Delegazione ed assistenza dei profughi", una organizzazzione irredentista composta da friulani, goriziani, triestini, istriani e dalmati cacciati dalle terre dell'Impero.
Questa associazione diventò il punto di riferimento degli irredentisti friulani e con il 1914 cominciò ad ingrossarsi con l'arrivo di un sempre maggior numero di italiani cacciati dai territori circostanti governati dagli austriaci. L'associazione aveva presa soprattutto sulla parte più giovane della popolazione chierata in maggior numero per l'interventismo.
La forza degli irredentisti divennne tali che in ben due occasioni furono fermati dai Carabinieri nel tentativo di organizzare un incidente di confine che avrebbe dovuto provocare la guerra tra Italia ed Austria.
In questo periodo il Friuli era al centro di una lotta tra la rete spionistica italiana e quelle austriaca che fu molto feroce e spesso difficile poichè gli austriaci utilizzavano spie di origine italiana.
Ragogna e Pinzano, per esempio, erano luoghi controllati dai servizi segreti austriaci mentre udine era la roccaforte dei servizi segreti italiani. Gli austriaci erano interessati a sapere cosa stesse succedendo in Friuli mentre gli italiani cercavano di sabotare la costruzione delle difese austriache.
Al inizio del 1915 era ormai chiaro a tutti i Friulani che la loro terra non sarebbe tornata alla normalità in tempi brevi e che molto probabilmente il Friuli sarebbe stato il teatro principale di un conflitto di grandi proporzioni.
il 2 aprile 1915 i carabinieri fermarono degli irredentisti che intendevano assaltare una caserma austriaca travestiti da soldati italiani. furono arrestati e messi in prigione ma subito liberati grazie all'intervento della procura di Venezia. Nel giro di due mesi il Friuli si sarebbe trovato in guerra.
D.Deotto
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)

Nessun commento:
Posta un commento
scrivi la tua opinione...