lunedì 25 agosto 2014

EMERGENZA PROFUGHI A FORNI AVOLTRI





Forni Avoltri è un piccolo comune di 652 abitanti situato nell’alta Val Degano poco prima di entrare in Veneto. E’ il paese più a nord della Carnia ed ha una storia abbastanza antica.
Sebbene abitato già in epoca romana, il paese deve il suo sviluppo intorno al 1300 quando ricevette la concessione per l’estrazione del ferro.
Forni Avoltri segue la storia del resto del Friuli facendo parte prima del Patriarcato di Aquileia, poi della Serenissima. In epoca veneziana il paese sarà utilizzato anche per ricavarne legname.
Durante la grande guerra il paese fu sgomberato ed usato come base di rifornimento per le truppe di prima linea.
Attualmente l’economia del paese si basa sul turismo, sullo stabilimento dell’acqua minerale “Goccia di Carnia” e sull’estrazione del pregiato marmo “fior di pesco carnico”.
Il paese conta la presenza di 67 imprese e rientra nell’ambito delle zone svantaggiate a causa della posizione geografica.
Questo piccolo comune si è trovato al centro di un fatto piuttosto grave che rischia di minarne le finanze: il mese d’aprile l’amministrazione comunale dovette ospitare alcuni profughi provenienti da Lampedusa.
Con il tempo i profughi hanno presentato richiesta di asilo e se ne sono andati dal paese ed è proprio qui che sono iniziati i guai per il piccolo comune carnico. Tre mesi dopo il comune di Forni Avoltri si è visto recapitare una fattura di 10.000 euro a suo carico per il mantenimento dei minori che facevano parte del gruppo di profughi ospitati nel paese mesi prima. Formalmente il tribunale dei minori di Trieste aveva affidato la custodia di quei bambini al piccolo comune carnico che ora doveva accollarsene le spese di mantenimento.
Non è finita qui: i 10.000 euro sono soltanto una parte dei 25.000 euro che il comune deve versare per il mantenimento dei minori, i quali dovranno essere mantenuti dal comune fino al raggiungimento della maggiore età.
Questa spesa imprevista ha subito messo in allarme l’intera amministrazione comunale che non può permettersi una spesa così elevata. Il comune rischia così il default.
Il sindaco Clara Vidale si è già mobilitata scrivendo alla questura di Tolmezzo ed al ministro dell’interno Angelino Alfano per chiedere un intervento immediato. Il comune non è in grado di far fronte a quella spesa imprevista. Il sindaco inoltre fa presente che l’affidamento di quei minori è avvenuto all’insaputa del comune e dopo che questi erano stati trasferiti.
E’ così che un piccolo comune carnico rischia di andare in default per quello che avrebbe dovuto essere un gesto di solidarietà.
Questo esempio serve per far capire quali siano le conseguenze negative di Mare Nostrum per il territorio: anche nel nostro Friuli, un comune rischia il fallimento a causa di scellerate politiche ideologiche riguardo l’immigrazione.
L’operazione Mare Nostrum, iniziata quasi un anno fa come operazione d’emergenza, è oggi diventata permanente tanto che molto presto il governo “festeggerà” il primo compleanno dalla sua nascita.
Mentre la Spagna di Rajoy è impegnata nel respingimento degli immigrati a causa delle difficoltà economiche che sta attraversando il paese iberico, l’Italia, che in quanto a crisi non ha nulla da invidiare alla Spagna, si permette di spendere milioni di euro per ricevere quasi 1000 immigrati al giorno. Immigrati che finiscono per gravare sulle già esigue finanze dei comuni italiani.
Prendiamo atto che per il governo centrale i soldi per gli italiani non ci sono, per gli stranieri sì!  

D.Deotto

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