mercoledì 27 agosto 2014

LA PARABOLA DEL GOVERNO RENZI: DA 100 GIORNI PER LE RIFORME ALLA PROMESSA DEI 1000 GIORNI.



A febbraio Matteo Renzi veniva nominato presidente del consiglio dopo aver vinto le primarie del Partito Democratico ed annunciava trionfalmente che avrebbe cambiato l’Italia in 100 giorni al ritmo di una riforma al mese: riforme istituzionali, riforma del lavoro, riforma della pubblica amministrazione e chi più ne ha più ne metta. Sembrava che finalmente l’Italia avesse trovato il suo paladino per la riscossa.
Sono passati otto mesi ed il governo si trova in una situazione decisamente diversa: tante proposte, tante promesse e pochi risultati.
Durante la campagna elettorale delle primarie Renzi aveva promesso l’abolizione del senato ed una riforma elettorale sul modello di quella vigente nei comuni. Fino ad ora l’unico progetto presentato è stato l’Italicum che, oltre ad essere diverso da quelle promesse, non è ancora stato approvato. Per la verità è persino probabile verrà modificato. L’unica riforma istituzionale che è passata, dopo innumerevoli difficoltà, è la riforma del senato che comunque non verrà abolito ma solo ridotto di numero, reso non elettivo e non indispensabile per la fiducia al governo.
Per quanto riguarda la riforma del lavoro in campagna elettorale Renzi prometteva il contratto a tutele progressive che avrebbe sostituito tutti gli altri contratti. Ad oggi in cantiere c’è il Job Act, un progetto molto meno ambizioso che non va in ogni caso a toccare certi privilegi acquisiti e si limita a qualche modifica ai contratti a tempo determinato senza però un disegno organico generale.
In campo fiscale non c’è stata alcuna diminuzione delle tasse e nemmeno l’ombra di una riforma fiscale. Unico provvedimento quello degli 80 euro che non ha raggiunto i risultati sperati e, viste le condizioni del paese, era facilmente prevedibile.
La riforma della pubblica amministrazione è stata presentata in aula dal ministro Marianna Madia. E’ di per se un progetto ambizioso e positivo, che potrebbe addirittura portare alla creazione di 15.000 nuovi posti di lavoro. Sin da subito tuttavia è stato osteggiato da ogni parte ed è ancora lontano dalla approvazione.
In 100 giorni Franklin Delano Roosvelt cambiò il volto agli Stati Uniti e ridiede speranza ad un paese prostrato dalla crisi economica. Renzi pare non sia ancora riuscito a fare lo stesso tanto che ora ha fatto presente agli italiani che gli serviranno 1000 giorni per cambiare il paese.
Al momento però i risultati sono molto deludenti: tanti selfie, tante slide, tante promesse ma risultati ben scarsi.
La realtà è che Renzi si trova a governare un paese con la stessa maggioranza che aveva Letta.
Una maggioranza composta prevalentemente composta dalla vecchia guardia del PD, la stessa che Renzi aveva sconfitto alle primarie ma che oggi si ritrova in parlamento in quanto figlia delle elezioni del 2012.
Ai deputati e senatori del PD si è aggiunta una pattuglia di NCD andando così a comporre una strana maggioranza che molto ricorda le larghe intese che hanno sostenuto i precedenti governi.
L’unica riforma che il governo Renzi è riuscito ad approvare è la riforma del senato frutto di un accordo con Forza Italia ed il cui voto è stato decisivo per l’approvazione. Per il presidente del consiglio infatti è stato più facile trovare una intesa con gli oppositori che mettere d’accordo il proprio partito.
La stessa proposta di riforma elettorale è nata dal così detto “Patto del Nazareno” ed ha creato molti malumori all’interno del PD tanto che ancora oggi non si sa che ne sarà.
Il governo ha poi messo in atto e difeso l’impopolare operazione “Mare Nostrum” che non ha risolto in alcun modo il problema dell’immigrazione ed ha al contrario dilatato le spese. Milioni di euro vengono ogni giorno gettati al vento per operazioni di recupero e per mere opere di mantenimento dei richiedenti asilo.
Nemmeno in Europa il governo è stato capace di far sentire la sua voce: la politica del rigore è più forte che mai e non si vedono all’orizzonte cambiamenti significativi ancor meno dopo il rimpasto avvenuto nel governo francese.
Ci chiediamo a questo punto se Renzi sia in grado di mantenere le promesse fatte: al momento pare proprio molto difficile.
A questo punto non sarebbe forse il caso di concentrarsi esclusivamente sulla riforma elettorale e, dopo aver trovato una intesa, andare al voto? Questo non risolverebbe in alcun modo i problemi degli italiani ma almeno permetterebbe loro di scegliere una proposta elettorale ed il nuovo governo eletto avrebbe a disposizione un maggioranza in grado di governare e di fare le riforme promesse.
Forse era quello che sarebbe stato meglio fare sin dall’inizio! 

D.Deotto

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