lunedì 15 dicembre 2014

LE OLIMPIADI DI ROMA 2024: UN'ALTRA OCCASIONE PER SPRECARE RISORSE





Mentre l’economia italiana è ancora ben distante dal riprendersi, il premier Renzi annuncia di volere le olimpiadi a Roma per il 2024.
Si tratta di un modo come un altro per sperperare risorse pubbliche e per applicare strategie economiche fallimentari.
L’economia italiana è sempre stata funestata da uno strano interventismo economico, che, in ultima analisi, è una distorsione delle teorie keynesiane.
Tale interventismo si basava su due pilastri: il finanziamento pubblico delle imprese non competitive e l’avvio delle “grandi opere”.
Questa dannosa mentalità si è rivelata fallimentare perché non ha risolto i problemi del paese e perché inadeguata al mondo globalizzato, dove parametri come efficienza produttiva e competitività sono fondamentali.
L’organizzazione delle olimpiadi da parte della città di Roma era già stata affossata giustamente da Monti nel corso del proprio mandato. Oggi viene proposta da Renzi come una possibile soluzione per il rilancio della nostra economia.
In realtà Renzi con queste affermazioni dimostra di non volersi porre in discontinuità con le politiche economiche del passato da anzi di tentare di recuperarle.
Ci sono validi motivi per affermare che le olimpiadi del 2014 non saranno di alcun aiuto per il paese e per la città di Roma ma anzi saranno l’occasione per ulteriori sprechi di denaro pubblico.
Esperienze recenti dimostrano come i grandi eventi sportivi possono nuocere all’economia favorendo la speculazione edilizia, la corruzione e gli sprechi.
Cito tre esempi tratti dall’articolo “Da Atene a Sochi, lo sport che fa male all’economia” uscito su Linkiesta il 08/02/2014.
-          ATENE 2004: lo stato greco spese circa 10 miliardi di euro (il doppio del previsto) per la costruzione di impinti, aereoporti, linee della metropolitana facendo impennare il deficit del 2004 al 6,1% ed il debito pubblico al 110%. Le nuove infrastrutture rimasero in gran parte inutilizzate gravando però per 600 milioni di euro l’anno sul bilancio dello stato. Nel 2005 la commissione europea mise la Grecia sotto monitoraggio per deficit eccessivo. Mario Monti ha più volte affermato che furono proprio le olimpiadi di Atene l’inizio della fine per lo stato ellenico.
-          ITALIA 90: Lo stato italiano spese centinaia di miliardi di lire per costruire impianti ed infrastrutture che già dopo la fine della manifestazione risultavano inadeguate se non proprio inutili. Da citare lo stadio Sant’Elia di Bari (sproporzionato per le esigenze della città), lo stadio Delle Alpi (raso al suolo dopo neanche vent’anni), oppure l’albergo Ponte Lambro nemmeno mai terminato.
-          PECHINO 2008: la Cina non ha mai diffuso dati ufficiali ma secondo la Banca Mondiali sono stati spesi circa 40 miliardi di dollari. Sebben la Cina abbia goduto di un ritorno d’immagine non indifferente, non va dimenticato che l’evento provocò una bolla immobiliare ed una urbanizzazione non sostenibile del territorio.
In breve, la realtà ci dimostra che in determinate circostanze la grandi opere o i grandi eventi sportivi non favoriscono la crescita ma al contrario producono debiti e complicazioni soprattutto in paesi con problemi di competitività e di corruzione.
Soltanto il Regno Unito, almeno fino ad ora, ha dimostrato una certa capacità nel saper gestire eventi di questo tipo.
Il governatore della banca centrale brasiliana ha espresso serie preoccupazioni per gli eventi sportivi che si sono tenuti e si terranno nel suo paese nel 2014 e nel 2016 poiché già vi sono evidenti segni di non sostenibilità oltre che gravi problemi sociali.
Il premier farebbe bene a frenare gli entusiasmi ed a mantenere i piedi per terra: l’Italia non ha bisogno di spese faraoniche per costruire impianti inutili ma di una ristrutturazione completa della spesa al fine di ammodernare il territorio e favorire l’occupazione sul lungo termine.
Tutte azioni che fino ad ora questo governo si è ben guardato dal fare ponendosi in piena continuità con politiche economiche che hanno rovinato il paese.
L’Italia dovrebbe utilizzare meglio i soldi che ha anziché sprecarli a vantaggio di pochi privilegiati. 

D.Deotto

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