Oggi trattiamo una questione vecchia di due anni ma
abbastanza significativa perché dimostra l’inefficienza delle istituzione
nell’aiutare i cittadini. Il tutto si è tradotto in un grande spreco di denaro
pubblico che non portò a niente.
Si tratta della vicenda Friuli Venezia Giulia – Workopp. Furono
stanziati 824.000 euro per Udine. L’attività fu esternalizzata ed affidata alla
agenzia di lavoro di Piacenza Workopp. Il risultato fu disastroso: solo 39
assunzioni e quella montagna di soldi non sortì nessun effetto rilevante per i
disoccupati udinesi.
Questa vicenda è interessante perché è abbastanza
rappresentativa di come le istituzione utilizzano male le risorse pubbliche che
finiscono così per essere sprecate.
Nel caso in questione per esempio non si capisce perché
l’istituzione pubblica debba per forza esternalizzare un servizio anziché
applicarlo direttamente essa stessa magari attraverso i centri per l’impiego.
Sarebbe infatti molto più logico che la regione mettesse a
disposizione una cifra, per esempio 1 milione di euro, e li spendesse
direttamente lei mettendo in piedi iniziative inequivocabilmente utili per i
cittadini.
Per esempio non sarebbe una cattiva idea se la regione,
invece che affidarsi alle agenzie private, spendesse direttamente i soldi per
assumere personale a tempo determinato avente il compito di sistemare il
territorio.
Un’altra soluzione potrebbe essere quella di sistemare i
giovani disoccupati in qualche azienda accollandosi direttamente le spese della
loro formazione.
Ancora i soldi potrebbero essere utilizzati per finanziare
iniziative orientate alla creazione di posti di lavoro.
Nulla di tutto ciò avviene e la gestione degli aiuti continua
a rimanere di dubbia efficacia: si preferisce infatti affidare i soldi a terzi
oppure lanciarsi in attività dalle dubbie possibilità di riuscita.
Quanto successo nel 2012 si sta oggi ripetendo con Garanzia
Giovani, progetto nazionale avente come obiettivo la ricerca di una occupazione
stabile per i giovani.
Questa volta la regione ha avuto quantomeno il buonsenso di
affidare la realizzazione del progetto ai centri per l’impiego ma senza una
riforma di questi ultimi il progetto è destinato a fallire.
Un simile destino riguarda anche i finanziamenti destinati
alle persone senza casa e senza lavoro. Spesso sono le stesse istituzioni a
costringere i malcapitati a finire rinchiusi in qualche comunità nonostante sia
legale e possibile erogare loro un sussidio.
Ma perché tutti questi progetti falliscono?
I motivi sono molteplici ed in alcuni casi dipendono anche
da direttive politiche sbagliate ma una domanda che è lecito porsi è: come mai
le istituzioni preferiscono esternalizzare i servizi in direzione di privati
troppo spesso non efficienti piuttosto che gestirli direttamente?
Rispondere a questa domanda è molto difficile certo che si
possono fare delle considerazioni.
Non solo in Italia lo stato sociale è insufficiente ma quel
poco che c’è funziona male e fallisce nell’obiettivo di aiutare chi ne avrebbe
bisogno. Di fatto il cittadino si illude di poter avere aiuto scontrandosi poi
con la dura realtà dell’inefficienza ed eccessiva burocrazia. Si crea così
disillusione e disaffezione nei confronti delle istituzioni.
D.Deotto
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