sabato 29 novembre 2014

I NUOVI POVERI: I LAVORATORI AUTONOMI




Esisteva un tempo in cui in Italia era molto conveniente mettersi in proprio. Molti giovani con alti voti di laurea preferivano aprire la partita iva piuttosto che provare la carriera del dipendente perchè alleattati dalla possibilità di un guadagno maggiore. Era l'epoca in cui era abbastanza facile vincere un concorso pubblico perchè non si presentava quasi nessuno e le aziende faticavano a corpire tutte le posizioni perchè, soprattutto nel triveneto, in molti prendevano la strada del lavoro autonomo.
Con l'inizio della crisi economica la situazione si è capovolta: oggi è più conveniente essere lavoratori dipendenti. Chi lavora in partita iva infatti oggi ha redditi molto bassi ed è costretto ad appoggiarsi sui familiari.
Un articolo pubblicato su Repubblica ha infatti reso noto che un giovane che lavora in partita IVA su 1000 euro guadagnati finisce per trovarsi in tasca appena 450 euro. Circa il 33% del guadagno sparisce con la tassazione mentre il resto sparisce tra spese del commercialista ed un acconto sui contributi dell'anno corrente. Questa situazione nonostante i giovani abbiano la possibilità di aprire una partita IVA in condizioni agevolate. Possiamo solo immaginare cosa succeda a chi non gode di nessuna agevolazione.
La trieste realtà odierna è che il lavoro autonomo non conviene più: persino i giornali di estrema sinistra si sono accorti che i nuovi poveri sono i lavoratori autonomi. Essi sono inoltre privi di sostegno al reddito, senza diritto di malattia e pensioni bassissime.
Tra gli esempi negativi spiccano i lavoratori dei call center assunti con contratto a progetto e che guadagnano poco più di 10.000 euro lordi l'anno.
Compensi bassi anche per ricercatori (13834), medici specializzanti(18746), giornalisti freelance (9000). Le donne risultano guadagnare meno degli uomini.
Nemmeno gli agenti commerciali se la passano bene: il continuo calo di consumi e l'aumento delle tasse ha fortemente rsoso i loro guadagni costringendoli a lavorare di più per guadagnare di meno. 
La fallimentare riforma Fornero ha peggiorato la situazione provocando una forte diminuzione dei contratti a progetto oltre che un vero e proprio esodo verso il lavoro nero, le false partite iva e la disoccupazione.
Da molti anni assistiamo al fenomeno della false partite iva cioè lavoratori formalmente autonomi ma praticamente dipendenti. Essi sono costretti a aprirsi una partita iva ma non godono di nessuna autonomia e sono de facto dei dipendenti poco pagati e molto sfruttati.
Nessun governo ha mai fatto nulla per tutelare questa fascia di persone: l'unico intervento a riguardo (la sopra citata riforma Fornero) ha peggiorato la situazione facendo perdere il lavoro a molte persone.
Dura quindi la vita per un disoccupato nel 2014: il lavoro dipendente scarseggia e, vista la sua convenienza, la concorrenza è altissima. Ma purtroppo nemmeno la libera professione è più un'alternativa spendibile perchè i costi legati al mantenimento della partita iva, uniti al generale clima di aspettative negative, costringono a lavorare molto per ottenere introiti davvero molto bassi.
In questo clima cupo non c'è spazio per l'ottimismo: all'orizzonte non c'è alcuna riforma ed è molto probabile che quelle che verranno, se mai verranno, finiranno per farti guadagnare ancora di meno facendoti così transitare verso il lavoro nero nella speranza di potersi appoggiare, per sopravvivere, alla pensione dei genitori oppure allo stipendio da dipendente del coniuge. Davvero un destino poco generoso per chi in un'altra epoca o in un'altro stato sarebbe stato molto probabilmente ricco!

D.Deotto.

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