Udine è sita al centro del Friuli equidistante dal mare e
dalla montagna, ad est c’è il confine sloveno ed a nord quello austriaco. Ad
ovest c’è inoltre il Veneto anch’esso vicino.
La città si trova in una posizione molto favorevole
equamente distante da tre confini ed a contatto con le tre principali culture
dell’Europa continentale.
Tale caratteristica è stata tipica della città sin dal
medioevo ed anche per una parte dell’età moderna.
Il patriarcato di Aquileia fu un grosso stato medioevale che
si estendeva dal Cadore fin quasi a Lubiana e nel suo periodo di massimo
splendore arrivò ad estendersi a nord sino al fiume Drava (Villach).
Tratto peculiare di questo stato era la sua multiculturalità
e la sua capacità di far convivere assieme le tre principali culture europee allora
accomunate dalla comune religione.
Il patriarcato non fu mai uno stato completamente
indipendente poiché era considerato vassallo dell’imperatore. Successivamente
il Friuli divenne parte della Serenissima mantenendo comunque una certa
autonomia.
Gli eventi dell’età contemporanea quali la dominazione
austriaca, il nazionalismo, le guerre mondiali e la Guerra Fredda hanno
trasformato il Friuli da terra d’incontro tra i popoli in una zona di confine
tra i blocchi contrapposti. Persa la sua peculiarità, il Friuli e la città di
Udine divennero più famosi per le caserme che per la posizione strategica.
Anche la vicina città di Trieste risentì negativamente di questo clima vendendo
notevolmente ridotta l’importanza del proprio porto.
La fine della Guerra Fredda, la globalizzazione e la
progressiva integrazione europea hanno portato ad una riapertura delle
frontiere e dopo molto tempo il Friuli e la città di Udine si trovano di nuovo
al centro dell’Europa.
Attualmente però la città non è in grado di sfruttare le
nuove opportunità preferendo mantenere la mentalità che l’ha caratterizzata nei
decenni precedenti.
Udine e la regione Friuli Venezia Giulia continuano a non
sfruttare le nuove opportunità e questo viene evidenziato dai progetti poco
ambiziosi varati sia a livello cittadino che regionale.
Udine troppo spesso continua a percepirsi solo come il
centro del Friuli, talvolta nemmeno riuscendo troppo bene in questo compito, senza
provare ad andare oltre.
Manca per la nostra città una visione strategica di largo
respiro in grado di superare un certa mentalità limitante.
Anche dal punto di vista economico, il Friuli si dimostra
non in grado di superare un modello basato sull’innovazione di produzione che
ha fatto la nostra fortuna nel passato ma che ora non è più applicabile a causa
delle mutate condizioni economiche.
Eppure questo nuovo scenario potrebbe trasformarsi in una
occasione unica di sviluppo per la città di Udine e per il Friuli.
L’integrazione europea ci permette di ideare un disegno
strategico che può tornare a far essere Udine quel crocevia di culture che è
stata nel medioevo. Un disegno del genere donerebbe ad Udine una rilevanza
internazionale non di poco conto permettendole di diventare lo snodo di
collegamento principale tra nord-sud ed est Europa.
Dal punto di vista economico è necessario internazionalizzare
le imprese friulane e spingere verso l’adozione di un modello basato sulle
innovazioni di prodotto, unico capace nell’occidente odierno di garantire
benessere e stabilità economica.
Per realizzare un tale progetto però serve un classe
politica ed imprenditoriale capace di realizzarlo oltre alla volontà forte
volontà di portarlo avanti. Per il momento non ci si sta muovendo in questa
direzione ed anzi si è molto ancorati al passato.
Tutto ciò rappresenta senz’altro uno spreco di opportunità
che ci permette di sostenere che Udine sta perendo una grossa opportunità per
aumentare la sua importanza e garantire maggior benessere ai suoi cittadini.