Ormai da molti anni assistiamo alla crisi del centro storico di Udine che sempre di più assomiglia ad una landa desolata.
Gran parte della attività commerciali hanno chiuso mentre
quelle rimanenti sono in difficoltà oppure trattasi di banche e gioiellerie.
Molti cittadini udinesi hanno perso il gusto di andare a
fare un giro in città e preferiscono andare nei locali della periferia oppure
nei centri commerciali.
Assistiamo così ad un drastico spopolamento del centro città
ormai sempre più deserto e privo di attrattive.
Le politiche delle giunte comunali degli ultimi anni sono
sicuramente le principali responsabili di questo spopolamento.
Particolarmente criticabile l’idea di chiudere al traffico
via Mercato Vecchio, che si è rivelata un pericoloso Boomerang per la città. I
problemi di traffico non si sono infatti risolti ed il centro è stato
ulteriormente penalizzato.
Il problema dell’inquinamento non è stato risolto perché
ancora oggi assistiamo alle giornate di traffico limitato oppure alle targhe
alterne.
La realtà è che la chiusura al traffico nei centri piccoli e
medio-piccoli è un provvedimento dannoso che spesso le giunte comunali
applicano nel tentativo di copiare i programmi dei sindaci delle grandi città.
Ma se in una Milano o Roma la chiusura al traffico può
risultare conveniente, la stessa cosa non si può dire per una città come Udine.
A Milano, infatti, esiste la metropolitana capace di
trasportare un numero considerevole di persone in punti diversi della città in
pochissimo tempo. Il cittadino milanese che intende recarsi in centro ci mette
molto meno che ad andarci in auto poiché non è costretto ad immergersi nel
traffico ed a trovare un parcheggio che spesso non c’è.
La mentalità di un qualsiasi cittadino di una metropoli è
diversa da quella di un udinese: chiunque abiti in una grande città è disposto
a perdere molto tempo in giro per le strade perché ha una idea delle distanze e
dei tempi sensibilmente diversa da chi abita in provincia.
Chi abita in piccole città spesso vuole parcheggiare il più
vicino possibile alla propria meta e non è disposto a perdere più di dieci
minuti per arrivare a destinazione. Se non può farlo preferisce andare altrove.
Soprattutto le piccole città non possono disporre di un
sistema di trasporti pubblici di pari livello a quello delle metropoli in
particolare in una città come Udine non è presente la metropolitana, unico
mezzo veramente capace di rendere gli spostamenti molto rapidi.
Qualcuno potrebbe obiettare che senza questi provvedimenti
l’inquinamento aumenterebbe ma non è vero. Nonostante il
centro di Udine sia chiuso ormai da anni, i problemi di inquinamento rimangono.
La realtà è che il riscaldamento della case, il mancato aggioranmento di molte canne fumarie ed il grande
traffico di mezzi pesanti sulle autostrade inquina enormemente di più del
limitato traffico che può esserci nel centro di una piccola città.
Nel caso di Udine sarebbe più utile riaprire al traffico il
centro città combattendo quelle che sono le vere cause dell’inquinamento. Tra
queste cause sicuramente troviamo i riscaldamenti troppo alti, l’uso di
automobili vecchie, l’inquinamento prodotto dall’industria e dalla agricoltura.
Chiudendo i centri città delle realtà piccole e medie si
guadagna poco in termini di salute ambientale, si aumentano i problemi di
traffico in periferia e si danneggiano i commercianti.
A sostegno di tutto ciò può essere citata l’esperienza di
Parma, dove la chiusura del centro storico non ha portato ad alcun
miglioramento in termini di qualità dell’aria. Al contrario, secondo Ascom, il
caso di sforamento più alto si è verificato nel Natale 2012 con le vie deserte
ed i riscaldamenti al massimo.
Sempre l’Arpa dell’Emilia Romagna ci segnala che l’inquinamento
dovuto al traffico non supera il 20% dell’inquinamento totale e tale
percentuale è destinata a diminuire con la diffusione della auto ibride.
Dunque la chiusura dei centri città è un provvedimento spot
che non serve a diminuire l’inquinamento ed a farne le spese sono soprattutto i
commercianti costretti a chiudere le proprie attività.
Mi sia infine concessa una critica di impostazione generale:
siamo sicuri che la chiusura dei centri città sia il modo migliore per
tutelarli? Spesso questi provvedimenti hanno il solo risultato di cristiallizzare
i centri città trasformandoli in una specie di grandissimo museo a cielo aperto
privo però di vita e di attrattiva che non sia quella prettamente turistica.
D.Deotto.
Vivo a Udine da circa 30 anni, oltre metà della mia vita. Ho una figlia di 20 anni che studia all'Università cittadina. In questi anni ho visto la nostra città avviarsi verso un lento declino. La storia di Udine insegna che in realtà viviamo in un grande paesone, non in una metropoli. Recentemente frequentando il gruppo "Sei di Udine se..." vedere le immagini di Udine com'era e paragonandola a com'è ora mi ha fatto scattare la scintilla. DOBBIAMO FARE QUALCOSA, limitarsi a mugugnare non basta. Perciò, da semplice cittadino senza tessere di partito, anzi da "orfano della politica" e nauseato dall'idea di chi amministra le città perseguendo posizioni ideologiche anziché il bene dei propri cittadini, volentieri mi sono prestato a stilare un elenco di COSA NON VA e anche di quelle che ritengo potrebbero essere le ricette per provare a migliorare la situazione. Sono convinto che le responsabilità di un centro storico desertizzato e della lenta morte di Udine non vadano addebitate ESCLUSIVAMENTE alla politica. Serve uno sforzo di molte componenti, dalla politica ai commercianti ed esercenti, per finire agli stessi cittadini. Il motto FASSIN DI BESSOI in questo caso, al capezzale delle nostra città agonizzante, è quanto mai fuori luogo. Serve l'aiuto di tutti, servono idee, partecipazione, una nuova fiammata di entusiasmo ed amore. FASSIN INSIEME!
RispondiEliminapurtroppo la situazione non è buona: il centro si scvuota e tutto intorno costruiscono una miriade di centri commerciali neanche fossimo a Milano.
RispondiEliminaIl risultato è una città sempre più vuota che offre davvero molto poco ai suoi cittadini.