Ieri pomeriggio si è tenuta ad Udine la mostra fotografica
sul Venezuela organizzata dalla associazione Veneuropa.
Noi di Udine Futuro
e Presente eravamo in sala ed abbiamo passato un interessante pomeriggio
assieme ai nostri amici Venezuelani.
Udine Futuro e Presente è molto orgogliosa
di aver partecipato a questa manifestazione poiché vogliamo essere vicino ad un
popolo che soffre e ci riteniamo chiamati in causa ovunque ci sia un comunità
friulana in difficoltà. Infatti molti venezuelani hanno origini friulane.
La mostra è iniziata con la presentazione di Veneuropa, una
associazione a vocazione democratica ed umanista, libera da legami politici
che, sulla base dei legami culturali che legano il paese sudamericano
all’Europa, intende sviluppare una piattaforma di dialogo internazionale per
facilitare la risoluzione dei gravi conflitti che scuotono il Venezuela.
La prima serie di filmati e fotografie è stata dedicata alla
emigrazione friulana in Venezuela.
I nostri lettori più giovani devono sapere che il Friuli ha
una lunga storia di emigrazione: molti nostri antenati sono stati costretti ad
emigrare per lavorare e lo hanno fatto soprattutto in Francia, Svizzera,
Australia, Venezuela ed Argentina.
Negli anni cinquanta, quando molti friulani emigrarono, il
Venezuela era governato Marcos Pérez Jiménez, il quale intendeva modernizzare
il paese e, per farlo, riteneva necessario favorire l’immigrazione europea.
Erano richiesti in particolare italiani, spagnoli e portoghesi.
Molti nostri connazionali si stabilirono in Venezuela, paese
allora ricco di opportunità lavorative. Molti uomini si fermarono lì per vivere e
misero su famiglia riuscendo ad integrarsi nella società venezuelana.
Per molti friulani il Venezuela diventò la seconda patria.
Alcuni di essi sono rientrati in patria nel tempo ma hanno lasciato forti
legami nel paese sudamericano.
Oggi come oggi in Venezuela ci sono ancora molti italiani e
le persone di origini italiane sono più di un milione. La comunità friulana e
campana sono le più numerose.
L’ascolto delle testimonianze ha strappato qualche lacrima
ai presenti: molte di queste persone, infatti, sono nate in Venezuela ed altre
ancora invece sono state costrette a fuggire dal sanguinario regime chavista.
La seconda parte della mostra è stata dedicata a quello che
ora sta succedendo in Venezuela.
Agli inizi di febbraio di quest’anno nella città di Tachira
è iniziata una protesta studentesca finalizzata a chiedere al governo maggiore
sicurezza e migliori condizioni di vita ed economiche.
La reazione del governo
è stata l’incarcerazione e la tortura di 5 studenti.
Il giorno 12/02 gli
studenti di tutto il paese sono scesi in piazza per chiedere la liberazione dei
loro compagni. In quella giornata la protesta è iniziata come pacifica ma ben
presto l’intervento degli squadristi della Tupamaro e la polizia politica della
SEBIN fece degenerare la manifestazione in uno scontro con morti e feriti.
Gli scontri sono continuati nei giorni successivi con
attacchi squadristi nelle università, la limitazione della libertà di stampa, e
la cattura di un esponente politico della opposizione Leopoldo Lopez.
Nel
frattempo si era ribellata la città di San Cristobal presto messa sotto ordine
di coprifuoco.
Il giorno 14/02 la Guardia Nazionale sparò con proiettili
veri sulla folla di studenti lanciando lacrimogeni scaduti e gas verde,
proibito a livello mondiale.
Nel frattempo la protesta è dilagata in tutte le città
coinvolgendo tutto il popolo ma la repressione del governo è stata feroce: sono
stati documentati numerosi casi di violenze, torture e stupri ed alla data del
20 Marzo si contano 31 morti, 461 feriti, 42 casi di tortura, 500 denunce di
abusi, 1845 arresti di cui 121 ancora detenuti.
Ma contro cosa protestano i venezuelani?
Si protesta contro la mancanza dei beni di prima necessità e
di materie prime, contro la corruzione dilagante, la mancanza di sicurezza,
l’indottrinamento di massa, la continua censura dei giornali e l’inflazione
galoppante che azzera il potere d’acquisto dei cittadini.
Il parlamento europeo e l’ex presidente del Costa Rica Oscar
Arias Sanchez hanno più volte denunciato la situazione in Venezuela esprimendo
sgomento e preoccupazione.
Gli studenti venezuelani hanno scritto un loro manifesto
rivolto a tutti i popoli liberi chiedendo pace, democrazia, libertà e lavoro.
A fine mostra molto interessante l’intervento del
giornalista Vincente Avallone, cacciato dal Venezuela per aver smascherato
delle realtà scomode.
Egli ritiene importante sensibilizzare l’opinione
pubblica italiana poco o male informata su chi sia stato veramente Chavez.
La
sua importante opera è stata però disturbata dalla censura anche in Italia da
parte di una persona famosa.
Alla fine di questo articolo troverete la nostra intervista
a Vicente.
La mostra si è conclusa con i saluti ed un piccolo rinfresco
assieme a tutti.
Noi di Udine Futuro e Presente siamo stati molto contenti di
essere presenti ed aiuteremo in tutti i modi possibili i nostri amici di
Veneuropa.
D.Deotto
Intervista a Vicente Avallone:
D.Deotto
Intervista a Vicente Avallone:
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