sabato 21 giugno 2014

LA LUNGA GUERRA CIVILE IN SIRIA




La guerra civile in Siria dura ormai da due anni e vede contrapposti du schieramenti: da una parte il presidente Assad dall’altra i ribelli, all’interno dei quali la matrice islamista è senz’altro la più forte.
La guerra civile in Siria è una conseguenza della primavera araba ma ciò che ancora oggi rimane poco chiara è la scelta dei paesi occidentali di appoggiare i ribelli strettamente legati all’integralismo islamico.
Che interesse hanno le nazioni occidentali a favorire l’ascesa di uno stato islamista nel cuore del medioriente?
Assad rappresenta un tipo di dittatore molto simile a Saddam Hussein. E’ giunto al potere in via di successione dopo la morte del padre Hafiz leader storico ed indiscusso del partito Baath siriano.
I partiti Baath sono retti da una ideologia chiamata “socialismo arabo” che è una sorta di via di mezzo tra il nazionalismo ed un tipo di socialismo non marxista.
Questo tipo di ideologia ha vissuto la sua epoca d’oro nel mondo arabo durante la guerra fredda. Esempio più famoso fu l’Egitto di Sadat. L’emergere di questi partiti non è stato un male per il mondo arabo perché essi hanno modernizzato la società ed hanno contribuito ad avviare sostanziali processi di secolarizzazione.
Il socialismo arabo ha tuttavia fallito nella sua missione di riuscire a portare i paesi del medioriente allo stesso rango delle potenze occidentali ed è per questo che è stato progressivamente abbandonato nel tempo. Con la fine del regime di Saddam e di Gheddafi, quello di Assad rimane l’ultimo esempio di socialismo arabo ancora esistente.
Quel che però dovrebbe interessare l’occidente è che il declino di questa ideologia non è coinciso con l’emergere di una coscienza liberale e democratica nei paesi islamici ma, al contrario, è coincisa con il dilagare dell’integralismo islamico.
C’e sempre stato infatti un rapporto di profondo disprezzo tra baathisti e integralisti islamici: i primi volevano modernizzare la società rendendo la religione meno vincolante nella vita dei cittadini. Volevano insomma avviare un processo di secolarizzazione. I secondi invece respingono la modernità oppure la utilizzano solo nella misura in cui è funzionale ad aumentare il controllo religioso sulla società.
I principali nemici degli integralisti islamici sono sempre stati i baathisti tant’è che si può affermare con certezza che proprio in paesi come Iraq, Siria e Libia era impossibile il proliferare di cellule islamiste proprio perché perseguitate dai rispettivi regimi.
La realtà è che l’occidente ha commesso un clamoroso errore di lettura nella primavera araba: esso ha visto questo fenomeno come l’0emergere di una coscienza democratica in medioriente invece non è stato così.
Le primavere arabe saranno anche partite dalle proteste di studenti sinceramente democratiche ma alla fine hanno avvantaggiato gli islamisti che pian piano sono arrivati a controllarle completamente.
La conseguenza bizzarra è stata che l’occidente, da sempre impiegato nella “war on terror” si è trovato a finanziare gli islamisti sunniti, la principale fucina del terrorismo islamico internazionale.
Non deve dunque stupire se Russia e Cina hanno deciso di foraggiare Assad. I ribelli siriani, che piaccia o meno, sono controllati dall’integralismo islamico e non stanno combattendo per la democrazia ma per l’instaurazione di uno stato integralista sunnita.
I paesi occidentali si sono comportati con molta superficialità: per quelli che sono i nostri interessi geopolitici è molto meglio avere a che fare con un regime tendenzialmente laico con cui si può dialogare piuttosto che con stati islamisti che vedono in noi soltanto un nemico da eliminare.
L’intervento russo e cinese ha impedito una rapida sconfitta di Assad ed è molto probabile che sarà proprio lui a vincere questa guerra civile. I paesi occidentali invece farebbero molto meglio a fare più attenzione a destabilizzare regimi che forse sono più utili che dannosi. 

D.Deotto

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