Le imminenti lezioni greche del 25 gennaio sono state
accolte con timore in tutta Europa. Preoccupazione dei maggiori paesi
soprattutto nel nord Europa è la vittoria di Tzipras, leader di un partito di
sinistra alternativo alla linea del partito Socialista Europeo. Nella sua
vittoria molti vedono una minaccia per la UE, per la moneta unica ed
addirittura per il continente. Già qualcuno immagina scenari catastrofici di
uscita dall’Euro e di crisi dell’Eurozona.
In realtà Tzipras rappresenta una falsa minaccia perché la
sua vittoria può rappresentare una minaccia per l’unione nella misura in cui saranno
considerate fondamentali le fallimentari politiche di austerity.
Tzipras infatti non è un antieuropeista a priori: intenzione
del leader politico greco non è di uscire dall’euro ne tantomeno di porre fine
alla UE. Egli chiede solo una revisione delle politiche economiche in direzione
di una maggiore flessibilità ed un maggiore attenzione per il sociale.
Sebbene le responsabilità greche riguardo la situazione del
paese siano innegabili, la situazione sociale ad Atene sta diventando sempre
più insostenibile. Il paese è prostrato, ha un tasso di disoccupazione
altissimo ed un livello di povertà tra i più alti in occidente. La situazione
sociale è esplosiva e l’arena politica è in balia dei movimenti più estremi.
Alba Dorata, partito di ispirazione neonazista, è già entrato in parlamento ed
i suoi attivisti si sono già macchiati di azioni di violenza e razzismo nei
confronti di stranieri e oppositori politici. Tzipras proviene dall’estrema
sinistra greca e per arrivare al successo attuale ha dovuto riorientare molto
le sue posizioni al fine di una maggiore inclusività.
Le previsioni negative che in questi giorni abbondano sono
in realtà del tutto ingiustificate: l’obiettivo di Tzipras è ottenere la
cancellazione di parte del debito greco al fine di poter riattivare quel minimo
di spesa pubblica indispensabile per riformare il paese in senso di una
maggiore giustizia sociale.
Tzipras non ha idee antieuropeiste: al contrario si era
presentato alle elezioni europee con un movimento politico avente come
obiettivo l’integrazione politica dell’Europa e delle diverse politiche
economiche più favorevoli ai paesi periferici.
Le posizioni di Tzipras, a prescindere dal colore politico,
suscitano un certo consenso proprio nei paesi periferici maggiormente colpiti
dalla crisi.
Se le autorità di Bruxelles ritengono importante salvare
l’Euro e la UE in misura superiore all’Austerity, dovranno per forza scendere a
patti con la Grecia e Tzipras è per loro un male minore rispetto ad un
movimento antieuropista che invece non sarebbe disposto a trattare.
Se la UE sarà capace di fare un offerta accettabile a
Tzipras, egli smetterà di essere una minaccia per la moneta unica. Tutto dipende
dalle reazioni di Bruxelles, che dovrebbe iniziare a pensare a come gestire il
crescente scontento per le politiche di austerity.
Esistono quindi almeno tre motivi per cui la vittoria di
Tzipras non sarebbe un problema:
1
Tzipras non mette in discussione il progetto
politico europeo ma solo le sue politiche economiche. Questo è dimostrato dal
fatto che si presentò alle elezioni europee in uno schieramento che criticò
fortemente l’austerity senza però poter essere considerato euroscettico.
2
In questo preciso istante, dal punto di vista di
Bruxelles, la sinistra radicale è meno pericolosa della destra radicale perché,
a differenza di quest’ultima, essa si mantiene fedele alla linea europeista.
Si tratta quindi del male minore perché ci
sono maggiori margini di trattativa ed almeno un punto in comune rispetto alla
destra radicale dove invece mancano i punti di accordo.
3
La Grecia rimane un paese periferico, piccolo e
poco condizionante dal punto di vista economico. Un eventuale default parziale
greco non sarebbe una tragedia e potrebbe essere perfettamente assorbito all’economia
europea.
Dunque qualsiasi sia il risultato delle elezioni greche, un
eventuale vittoria di Tzipras non rappresenterebbe poi chissà quale grande
minaccia. Sarebbe molto peggio se al suo posto vi fosse Alba Dorata.
D.Deotto.
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