L’università di Udine è stata fondata nel 1978 nel ambito
degli interventi di ricostruzione del Friuli dopo il disastroso terremoto del
1976.
Già da parecchi anni politici ed intellettuali friulani si
erano mobilitati per chiedere l’apertura di un nuovo ateneo nella città
friulana arrivando persino ad una raccolta firme di 125.000 persone.
L’università nacque sulla base del consorzio universitario
già attivo dal 1968 ed a cui partecipavano l’allora sindaco di Udine prof.
Cadetto, il dott. Braida, il senatore Burtolo, l’onorevole Lepre e l’avvocato
Turello.
Ben presto si associò al consorzio anche la camera di
commercio, la cassa di risparmio e diversi altri enti locali.
Primo rettore dell’ateneo udinese fu il prof. Servadei
proveniente dall’università di Padova che scomparì prematuramente l’anno
successivo alla sua elezione.
Al giorno d’oggi l’università di Udine ha attive dieci facoltà
ed una scuola superiore attivata nel 2004 che offre un ampio ventaglio di corsi
di approfondimento.
Nel 2013 Udine è stata premiata come università virtuosa
soprattutto nell’ambito della ricerca ma tale risultato non ha portato alcun
vantaggio per il nostro ateneo che ha dovuto lasciare sul campo 979.774 Euro da
destinare ad un fondo comune per il risanamento delle università che altrimenti
avrebbero ricevuto tagli superiori al 5% vista la scarsa virtuosità.
Udine è da sempre poco considerata dallo stato centrale
tanto che si stima che la nostra sia una delle università più sotto-finanziate
in rapporto alle performance degli ultimi anni.
Tutto questo indubbiamente ci danneggia come città perché
l’università potrebbe sicuramente essere un importante volano di sviluppo per
la città.
Eppure città come New Haven, Cambridge del Massachusetts,
Berkeley, Oxford, Aberystwyth basano la propria notorietà ed economia sulla
presenza di prestigiose università.
Per esempio a New Haven la Yale University è il principale
datore di lavoro della città.
New Haven, oltre ad essere una città ricca, è abitata da più
di 120.000 abitanti chiaro segno che per puntare all’eccellenza non occorre
essere delle metropoli come erroneamente si pensa spesso in Italia.
Aberystwyth è invece una antica città mercantile oggi
riconvertita in sede di una delle università con i rating più alti di tutto il
Regno Unito. La città oggi gira intorno al campus universitario, ai servizi per
gli studenti ed alla ricerca. Lo sviluppo del polo universitario è stata una
importante occasione di sviluppo di posti di lavoro.
Udine potrebbe benissimo sviluppare ulteriormente la propria
università per renderla un centro di eccellenza a livello nazionale ed
internazionale. Questo, oltre a creare posti di lavoro, aumenterebbe la
notorietà della città ed, attraverso la ricerca, aiuterebbe l’economia
dell’intero Friuli.
La particolare posizione in cui si trova Udine potrebbe
renderla attrattiva anche per studenti austriaci e sloveni attraverso
l’attivazione di corsi di studi in lingua straniera.
Un altro importante bacino d’utenza sono gli studenti
lavoratori e tutti coloro che intendono aumentare la propria specializzazione
mantenendo però il loro posto di lavoro.
Si potrebbe venire incontro a queste persone, per esempio,
rendendo possibile seguire le lezioni via streaming e creando corsi, anche a
pagamento, per loro.
Tutto ciò accrescerebbe l’importanza e la notorietà del
ateneo friulano aumentando così i posti di lavoro e migliorando l’economia di
tutta la provincia.
Affinchè tutto ciò sia possibile sono però necessari dei
cambiamenti sia a livello cittadino che nazionale: Udine deve abbandonare quel
provincialismo che spesso la porta ad accontentarsi rinunciando ad avere
ambizioni. Serve, inoltre, una classe politica che creda fortemente in un
simile progetto.
Molto importante risulterebbe essere una riforma nazionale
che, sul modello inglese, preveda l’istituzione di un meccanismo meritocratico
per premiare le università virtuose (a cui dovrebbero essere assegnati più
fondi) punendo invece quelle inefficienti. Finchè in Italia si continuerà a
“salvare” chi non merita a discapito di chi invece merita spacciando tutto
questo per solidarietà, sarà sempre molto difficile per il nostro paese
promuovere l’eccellenza.
Rendere l’università di Udine un polo di eccellenza è un
obbiettivo realistico e possibile per la nostra città occorre però un progetto
serio ed una classe dirigente disposta a crederci.
D.Deotto
D.Deotto
Nessun commento:
Posta un commento
scrivi la tua opinione...