lunedì 12 maggio 2014

LA NASCITA DEL CORPO DEGLI ALPINI





Ieri nella città di Pordenone c’è stata la ottantaseiesima adunata nazionale degli Alpini, le truppe da montagna dell’Esercito Italiano ed ancor prima del Regio Esercito Italiano. Attualmente sono organizzati in due brigate operative inquadrate nel comando truppe alpine ma nel corso della storia il suo numero fu superiore ed ebbero un ruolo molto importante nella storia italiana.
Il corpo fu ufficialmente fondato il 15 ottobre del 1872 come conseguenza della riorganizzazione del Regio Esercito voluta dal ministro della guerra Cesare Ricotti.
Tale riforma fu condotta sul modello dell’esercito prussiano prevedendo l’obbligo generale di un periodo breve di leva in modo tale da addestrare il più persone possibile da utilizzare in caso di conflitto.
L’istituzione del corpo degli Alpini fu la conseguenza del problema della difesa dei valichi alpini nell’Italia settentrionale. Fino a quel momento non esisteva un programma di difesa dei valichi poiché si riteneva preferibile lasciarli sguarniti ed affrontare il nemico una volta giunto nella pianura padana.
Questa strategia non era più attuabile perché avrebbe lasciato scoperte intere porzioni del territorio italiano dando un enorme vantaggio ai nemici.
L’idea della creazione di un corpo alpino arrivò dalla lettura di due saggi scritti dal capitano di stato maggiore Giuseppe Perrucchetti intitolati “Considerazioni su la difesa di alcuni valichi alpini” e “proposta di un ordinamento militare territoriale nella zona alpina”. L’idea alla base di questo studio è che la difesa dei valichi alpini dovesse essere affidata a gente di montagna reclutata, armata ed addestrata in loco.
Il progetto di Perrucchetti prevedeva di dividere la zona alpina in distretti militari ognuno dei quali doveva avere un certo numero di unità difensive pari al numero dei valichi da difendere.
I soldati da reclutare dovevano essere dei montanari abituati alle intemperie, alla vita di montagna ed allo spostamento in terreni accidentati. Gli ufficiali andavano reclutati tra gli alpinisti a cui doveva essere data una preparazione militare.
Infine soldati ed ufficiali dovevano essere conosciuti o comunque capaci di instaurare rapporti stretti e spontanei con la popolazione locale.
I giovani dovevano essere reclutati nella stessa vallata in modo da favorire lo spirito di corpo.
L’introduzione di questo nuovo corpo avvenne di nascosto a causa della carenza di fondi: il ministro fu molto abile a mascherare gli alpini come nuovi fanti. Questa velocità tuttavia penalizzò molto il nascente corpo che si ritrovò equipaggiato alla stesso modo di un qualunque fante. Per il ministro però era importante quantomeno dare il via al progetto.
La storia diede ragione al ministro perché ben presto lo stato maggiore italiano si rese conto della estrema utilità di questo corpo e decise di aumentarlo numericamente e di equipaggiarlo meglio: nel 1873 fu introdotto il cappello “alla calabrese” con la caratteristica penna nera, nel 1874 furono introdotti gli scarponi alti da montagna e nel 1883 l’uniforme verde. Nel 1891 il fucile Vetterli-Vitali fu sostituito dal più maneggevole Carcano 91.
Dal punto di vista numerico, gli Alpini passarono dai 7 battaglioni del 1873 agli 8 reggimenti composti a loro volta da tre battaglioni del 1910.
Nonostante le insufficienze organizzative e la scarsità di equipaggiamento, le truppe alpine continuarono ad affermarsi diventando un realtà di sempre maggiore importanza.
Il battesimo di fuoco avvenne durante la sfortunata campagna d’Etiopia voluta da Crispi, dove le truppe alpine, nonostante le elevatissime perdite, seppero ben figurare.
A dispetto dei progetti iniziali capitò molto spesso che gli Alpini venissero utilizzati in territori non montuosi: nel 1911, per esempio, vennero inviati come truppe coloniali in Libia e costretti a combattere tra le due del deserto con evidenti carenze di equipaggiamento.
Nel corso della Seconda Guerra Mondiali dovettero combattere nella steppa russa anziché nelle montagne del Caucaso come si pensava all’inizio.
Gli Alpini sono e sono stati grandi protagonisti della storia italiana e ricoprirono un ruolo di spicco nelle due guerre mondiali: durante la Grande Guerra furono utilizzati per proteggere e conquistare i valichi alpini dalle truppe austriache. Durante il conflitto fu memorabile la difesa del Monte Grappa, che diventò il principale baluardo di difesa dopo la caduta di Caporetto.
Nella Seconda Guerra Mondiale essi presero parte alla campagna di Grecia, Jugoslavia ed alla tragica ritirata di Russia, lasciando sul terreno numerosi caduti.
Dopo la fine della guerra il corpo venne completamente ristrutturato e ricostruito con il compito di vigilare i confini orientali dell’Italia.
Dopo la fine della Guerra Fredda furono utilizzati in diverse missioni internazionali tra le quali Libano, Kosovo, Bosnia, Mozambico ed Afghanistan.
Tutti coloro che hanno fatto parte di questo corpo possono entrare a far parte dell’Associazione Nazionale Alpini, una associazione d’arma avente come scopo difendere e tramandare le tradizioni ed i valori degli Alpini, promuovere e concorrere in attività di volontariato e protezione civile.
Ogni anno l’associazione tiene un raduno in una città italiana scelta dal direttivo. 

D.Deotto

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