lunedì 5 maggio 2014

L'ERRORE FATALE NELLA PROVINCIA DI UDINE



Nel primo bimestre del 2014 sono aumentati i posti di lavoro persi nella provincia di Udine. 
Questo dato è stato pubblicato dal Messaggero Veneto e confermato dal presidente della provincia Fontanini.
Nello specifico il numero delle assunzioni è stato del -12% rispetto allo stesso periodo nel 2011 mentre il numero dei posti di lavoro persi è aumentato del 4,5%.
La differenza tra assunzioni e cessazioni è ancora positiva ma molto peggiore rispetto allo scorso anno poiché c’è stato un peggioramento del 11,2%.
Fontanini insiste sulla necessità di maggiori investimenti pubblici in economia ed effettivamente i vincoli stringenti imposti dal patto di stabilità agli enti locali sono un notevole ostacolo alla ripresa economica.
Sicuramente forti investimenti degli enti locali in campo economico avrebbero effetti positivi su una economia in continuo peggioramento com’è quella friulana ma siamo convinti che questo basti?
L’economia friulana ha solo bisogno di qualche finanziamento pubblico?
La crisi economica ha certamente sollevato dubbi riguardo politiche economiche troppo liberiste ma ha anche mandato in soffitta un certo modo di fare economia che, purtroppo, nella nostra provincia è ancora molto diffuso.
Il boom economico del Friuli è avvenuto negli anni ottanta in un momento in cui esisteva un mercato di concorrenza perfetta dove piccoli incrementi di produttività potevano generare guadagni enormi. 
In un contesto del genere bastava soltanto investire in innovazione della produzione per rimanere sul mercato.
E’ in un contesto di questo genere che è notevolmente cresciuto, per esempio, il distretto della sedia di Manzano e le moltissime altre attività artigianali ed industriali presenti in regione.
Nel corso dell’attuale crisi economica molte aziende friulane si difendono e si sono difese aumentando la produzione ma questa scelta si è rivelata sbagliata e controproducente. 
Aumentando, infatti, la produttività in mercati saturi e con poca liquidità si finisce solo per riempire i magazzini senza risolvere nulla.
Questo tipo di strategia è il risultato di una sbagliata interpretazione della crisi economica: il contesto economico attuale non è più quello degli anni ottanta e mancano le condizioni di concorrenza perfetta che invece allora esistevano. In un contesto dove non esistono regole comuni in tutto il mondo ciò che premia non sono gli investimenti in produzione ma quelli in innovazione. 
In parole povere ciò che conta nel mondo di oggi è saper proporre un prodotto innovativo ed andarlo a vendere ovunque abbia mercato.
Questo significa che un’impresa vincente oggi deve creare un prodotto nuovo ed essere disposta a venderlo non solo nel mercato locale ma anche a livello internazionale individuando su scala globale il luogo più adatto.
La conseguenza sul piano dell’occupazione è la necessità di assumere impiegati commerciali esteri e designer in gran quantità che si andranno ad aggiungere al necessario personale già presente in ambito di produzione ed amministrazione.
Questa nuova situazione è senz’altro occasione buona per dare maggiore importanza alle arti creative, crudelmente sacrificate dalle logiche della produzione di massa.
La provincia udinese ha tutti i mezzi per poter riprendersi dalla crisi ed addirittura puntare ad un futuro florido e molto di ciò è dovuto alla sua particolare posizione al centro dell’Europa ma occorre essere disposti ad abbandonare un vecchio tipo di mentalità legata a strategie economiche che sono state indubbiamente vincenti negli anni ’80 ma che oggi non sono più adatta al nuovo contesto economico.
Questo cambio di mentalità sarebbe sicura fonte di opportunità lavorative ad alta qualificazione ma è anche chiaro che la conseguente ripresa economica avvantaggerebbe tutti i lavoratori e farebbe calare drasticamente la disoccupazione.
Per far questo però occorre una combinazione vincente tra investimenti pubblici ed innovazione di prodotto. Questo significa che le istituzioni dovranno curarsi di non sprecare il denaro pubblico ma di saperlo indirizzare nella maniera corretta.

D.Deotto

Nessun commento:

Posta un commento

scrivi la tua opinione...