Venerdì 29 febbraio si presso là di Moret si è tenuto un
evento politico molto importante in città.
L’evento organizzato dal giornalista Gianfranco Leonarduzzi
e condotto da Marco Ballico e Domenico Pecile ha avuto ospiti importanti come
il capogruppo di FI in consiglio regionale Riccardo Riccardi, il vice-coordinatore
vicario regionale Massimo Blasoni, il consigliere regionale LN Barbara Zilli,
ed il sindaco di Talmassons Mauro Zanin.
Il tema dell’incontro è stato un dibattito sulla situazione
del centro-destra in regione.
Come ben noto al lettore friulano la nostra regione è stata
a lungo governata dal centrodestra che aveva il controllo di molte importanti
città. Le ultime elezioni si sono concluse a sorpresa con la vittoria della
candidata democratica Debora Serrachiani. Le cose sono andata male per il
centrodestra anche nei comuni dove ha perso alcuni capisaldi storici come
Porcia e Tolmezzo.
La cocente sconfitta unita alle divisioni a livello
nazionali ha reso necessaria ed urgente un riflessione nell’ottica di
ricostruire una offerta politica che ora come ora non sembra più convincere gli
elettori.
Domanda provocatoria ma stimolante posta dal conduttore del
dibattito è stata chiedere il motivo per cui un giovane diciottenne oggi
dovrebbe votare centro-destra.
In uno scenario politico in cui l’emergente M5S pare
monopolizzare il voto degli under 35 e l’unica concorrenza è quella del
rottamatore Renzi, la questione giovani diventa molto importante per un
centro-destra in difficoltà.
Il capogruppo Riccardi cerca di dare le prime risposte a
questa situazione crisi invocando una diversa organizzazione del partito e le
primarie di coalizione.
Secondo il capogruppo di FI servono solide organizzazioni di
partito ben radicate nel territorio e primarie di coalizione per scegliere i
programmi ed il leader. In particolare si è scagliato contro la
personalizzazione della politica e la tendenza ad affidarsi ad un uomo della
provvidenza piuttosto che lavorare di squadra per proporre programmi di governo
fattibili. Serve quindi essere capaci di costruire una proposte alternative e
lasciare che siano tutti gli elettori a scegliere il capo della coalizione
attraverso delle primarie.
Il Vicario regionale Massimo Blasoni ha ribadito la necessità
di politiche a favore dell’impresa e del suo sviluppo mentre Fratelli d’Italia
e la Lega Nord hanno battuto molto sulla questione immigrazione e sulla tutela
degli italiani.
In particolare il consigliere regionale Barbara Zilli ha
insistito molto sul discorso delle case popolari agli italiani. Cavallo di
battaglia del suo partito è proprio quello di prendersi cura degli italiani
vittime della crisi che troppo spesso si vedono scavalcati dagli immigrati
oppure trascurati perché viene data priorità ai rifugiati di Mare Nostrum.
Un’altra domanda posta questa volta da Leonarduzzi riguarda
la forma in cui si dovrebbe presentare il centro-destra ossia uniti o federati?
Tutti i presenti sono stati concordi nel ritenere necessaria una coalizione
federata attorno ad un programma condiviso.
Dunque una coalizione federata e la necessità di primarie
sembrano essere il mezzo attraverso il quale il centro-destra regionale proverà
a ricostruirsi.
Alla fine del lungo dibattito è stato dato spazio ad altri
ospiti, simpatizzanti e presidenti di associazioni culturali presenti all’evento.
La domanda posta sui giovani all’inizio del dibattito ha una
sola risposta: se si vuole il voto dei giovani occorre fare qualcosa per loro sul
territorio. Questo significa conoscere le loro esigenze ed i loro problemi e
dimostrare concretamente di voler porre rimedio ad essi.
Sicuramente il più grande problema che oggi riguarda i
giovani è il lavoro e la mancanza di opportunità. Un giovane appena diplomato o
laureato si affaccia sul mercato del lavoro con una conoscenza quasi nulla di
esso e rischia di trovarsi in grave difficoltà. Il quasi inesistente
collegamento tra scuola ed imprese mette in difficoltà i giovani che, finito il
loro percorso di formazione, si trovano davanti un muro che non sanno come
scalare. Molti di essi non sanno dove andare e a chi rivolgersi per farsi
aiutare e guidare. Finiscono spesso per vagare per le imprese e centri
commerciali consegnando curriculum a caso nella speranza che qualcuno li
chiami. A volte capita che un giovane scoraggiato decida di ributtarsi nel
mondo della scuola ma, non riuscendo a capire qual è la domanda del lavoro
presente sul territorio, sceglie un percorso casuale talvolta nemmeno richiesto
dalle imprese locali essendo così sul lungo termine costretto a trasferirsi.
Infine può capitare anche che un giovane, non sapendo cosa fare, deluso dalle
istituzioni, decida di emigrare per tentare fortuna in paesi che spesso nulla
hanno più di noi se non una migliore organizzazione ed un mercato del lavoro
più dinamico.
Se si vuole fare qualcosa per i giovani è necessario offrire
loro opportunità: non stiamo parlando loro di “posti di dirigenza” oppure di
chissà quali opportunità irraggiungibili ma la comune possibilità di avere un
lavoro retribuito che possa permettere loro di avere un reddito ed affrancarsi
dalla famiglia senza essere per forza costretti ad emigrare.
Infine rendere più vivibile e più alla portata di giovane la
città è un buon modo per attirarsi le simpatie dei giovani che chiedono
solamente di poter vivere in una città che non sia una gigantesca casa di
riposo ma un luogo in cui di tanto in tanto ci si possa svagare, si possa
coltivare i propri hobbies e le proprie passioni.
Ecco questo si potrebbe fare se si vuole veramente catturare
l’attenzione dei giovani.
D.Deotto
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