mercoledì 3 settembre 2014

ANATOMIA DI UNA CRISI E LA DOMANDA SUI GIOVANI



Venerdì 29 febbraio si presso là di Moret si è tenuto un evento politico molto importante in città.
L’evento organizzato dal giornalista Gianfranco Leonarduzzi e condotto da Marco Ballico e Domenico Pecile ha avuto ospiti importanti come il capogruppo di FI in consiglio regionale Riccardo Riccardi, il vice-coordinatore vicario regionale Massimo Blasoni, il consigliere regionale LN Barbara Zilli, ed il sindaco di Talmassons Mauro Zanin.
Il tema dell’incontro è stato un dibattito sulla situazione del centro-destra in regione.
Come ben noto al lettore friulano la nostra regione è stata a lungo governata dal centrodestra che aveva il controllo di molte importanti città. Le ultime elezioni si sono concluse a sorpresa con la vittoria della candidata democratica Debora Serrachiani. Le cose sono andata male per il centrodestra anche nei comuni dove ha perso alcuni capisaldi storici come Porcia e Tolmezzo.
La cocente sconfitta unita alle divisioni a livello nazionali ha reso necessaria ed urgente un riflessione nell’ottica di ricostruire una offerta politica che ora come ora non sembra più convincere gli elettori.
Domanda provocatoria ma stimolante posta dal conduttore del dibattito è stata chiedere il motivo per cui un giovane diciottenne oggi dovrebbe votare centro-destra.
In uno scenario politico in cui l’emergente M5S pare monopolizzare il voto degli under 35 e l’unica concorrenza è quella del rottamatore Renzi, la questione giovani diventa molto importante per un centro-destra in difficoltà.
Il capogruppo Riccardi cerca di dare le prime risposte a questa situazione crisi invocando una diversa organizzazione del partito e le primarie di coalizione.
Secondo il capogruppo di FI servono solide organizzazioni di partito ben radicate nel territorio e primarie di coalizione per scegliere i programmi ed il leader. In particolare si è scagliato contro la personalizzazione della politica e la tendenza ad affidarsi ad un uomo della provvidenza piuttosto che lavorare di squadra per proporre programmi di governo fattibili. Serve quindi essere capaci di costruire una proposte alternative e lasciare che siano tutti gli elettori a scegliere il capo della coalizione attraverso delle primarie.
Il Vicario regionale Massimo Blasoni ha ribadito la necessità di politiche a favore dell’impresa e del suo sviluppo mentre Fratelli d’Italia e la Lega Nord hanno battuto molto sulla questione immigrazione e sulla tutela degli italiani.
In particolare il consigliere regionale Barbara Zilli ha insistito molto sul discorso delle case popolari agli italiani. Cavallo di battaglia del suo partito è proprio quello di prendersi cura degli italiani vittime della crisi che troppo spesso si vedono scavalcati dagli immigrati oppure trascurati perché viene data priorità ai rifugiati di Mare Nostrum.
Un’altra domanda posta questa volta da Leonarduzzi riguarda la forma in cui si dovrebbe presentare il centro-destra ossia uniti o federati? Tutti i presenti sono stati concordi nel ritenere necessaria una coalizione federata attorno ad un programma condiviso.
Dunque una coalizione federata e la necessità di primarie sembrano essere il mezzo attraverso il quale il centro-destra regionale proverà a ricostruirsi.
Alla fine del lungo dibattito è stato dato spazio ad altri ospiti, simpatizzanti e presidenti di associazioni culturali presenti all’evento.
La domanda posta sui giovani all’inizio del dibattito ha una sola risposta: se si vuole il voto dei giovani occorre fare qualcosa per loro sul territorio. Questo significa conoscere le loro esigenze ed i loro problemi e dimostrare concretamente di voler porre rimedio ad essi.
Sicuramente il più grande problema che oggi riguarda i giovani è il lavoro e la mancanza di opportunità. Un giovane appena diplomato o laureato si affaccia sul mercato del lavoro con una conoscenza quasi nulla di esso e rischia di trovarsi in grave difficoltà. Il quasi inesistente collegamento tra scuola ed imprese mette in difficoltà i giovani che, finito il loro percorso di formazione, si trovano davanti un muro che non sanno come scalare. Molti di essi non sanno dove andare e a chi rivolgersi per farsi aiutare e guidare. Finiscono spesso per vagare per le imprese e centri commerciali consegnando curriculum a caso nella speranza che qualcuno li chiami. A volte capita che un giovane scoraggiato decida di ributtarsi nel mondo della scuola ma, non riuscendo a capire qual è la domanda del lavoro presente sul territorio, sceglie un percorso casuale talvolta nemmeno richiesto dalle imprese locali essendo così sul lungo termine costretto a trasferirsi. Infine può capitare anche che un giovane, non sapendo cosa fare, deluso dalle istituzioni, decida di emigrare per tentare fortuna in paesi che spesso nulla hanno più di noi se non una migliore organizzazione ed un mercato del lavoro più dinamico.
Se si vuole fare qualcosa per i giovani è necessario offrire loro opportunità: non stiamo parlando loro di “posti di dirigenza” oppure di chissà quali opportunità irraggiungibili ma la comune possibilità di avere un lavoro retribuito che possa permettere loro di avere un reddito ed affrancarsi dalla famiglia senza essere per forza costretti ad emigrare.
Infine rendere più vivibile e più alla portata di giovane la città è un buon modo per attirarsi le simpatie dei giovani che chiedono solamente di poter vivere in una città che non sia una gigantesca casa di riposo ma un luogo in cui di tanto in tanto ci si possa svagare, si possa coltivare i propri hobbies e le proprie passioni.
Ecco questo si potrebbe fare se si vuole veramente catturare l’attenzione dei giovani.

D.Deotto

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