Si è svolta a Gorizia nel ultimo fine settimana Gusti di
Frontiera, famoso festival enogastronomico che è ormai arrivato alla sua
undicesima edizione.
Il festival, organizzato per la prima volta nel 2003, ha
ottenuto un crescente successo fino ad arrivare allo strepitoso successo delle
ultime edizioni confermato da un afflusso enorme di persone soprattutto il
sabato e la domenica.
Sabato 27 le strade di Gorizia erano letteralmente sommerse
da una marea di visitatori tanto che verso sera era molto difficile muoversi
tra le strade mentre i chioschi avevano code molte lunghe.
Anche quest’anno l’evento si è esteso nella vicina città
slovena di Nova Gorica: una navetta appositamente messa in funzione per
l’evento trasportava i visitatori dalla città isontina fino al centro della
città slovena.
I numeri di Gusti di Frontiera negli ultimi anni sono stati
impressionanti tanto che la manifestazione ha saputo imporsi come la più
popolare e forse la principale manifestazione enogastronomica in regione.
Quando questa manifestazione nacque nel lontano 2003 tale
primato spettava ad Udine ed al Friuli doc.
Nel tempo la manifestazione udinese si è chiusa puntando
tutto sul “tipicamente friulano” e ottenendo un minore afflusso di gente
rispetto al passato mentre Gusti di Frontiera si è progressivamente espansa
ospitando tutte le nazione d’Europa.
Ma quale è stata la ricetta segreta che ha permesso questo
strepitoso successo?
La risposta è molto semplice. Gli organizzatori di Gusti di
Frontiera hanno saputo meglio interpretare le esigenze del pubblico che proprio
in quegli anni stavano rapidamente cambiando.
La rapida integrazione delle zone transfrontaliere stava
creando un clima di curiosità nei confronti di quei popoli che fino a pochi
decenni precedenti erano considerati inaccessibili a causa della cortina di
ferro.
Cominciò così una piccola manifestazione che all’inizio
coinvolgeva austriaci, sloveni, croati, albanesi e serbi. Piano Piano la
manifestazione ebbe un successo crescente ed iniziò a prendere sempre più piede
tra il pubblico. Gli organizzatori decisero di ampliare gli orizzonti aprendo
le porte della città a tutte le nazioni europee e non. Attualmente la
manifestazione vanta la presenza di italiani, sloveni, croati, serbi, greci,
polacchi, ungheresi, austriaci, tedeschi, cechi, francesi, belgi, spagnoli,
inglesi, irlandesi, messicani, argentini, cubani.
Negli anni il flusso di persone verso l’evento goriziano è
cresciuto a tal punto da rendere possibile un’estensione in direzione Nova
Gorica che ha visto come grandi protagonisti dalmati ed istriani.
Così al crescente successo di Gusti di Frontiera è
corrisposto un progressivo declino di Friuli doc che si è visto scippare il
titolo di principale manifestazione enogastronomica regionale.
Gusti di Frontiera è stata molto abile nel sfruttare un
nuovo tipo di domanda di tipo culturale ed a proporre qualcosa di appetibile
che ha avuto un rapido successo. E’ interessante notare come la crescita di
questa manifestazione sia corrisposta con il progressivo allargamento della UE
e l’approfondirsi della integrazione europea.
La lezione di Gorizia dovrebbe quindi essere d’esempio per
tutti soprattutto per Udine: anzitutto non è chiudendosi che si ottengono
risultati al giorno d’oggi ma aprendosi e sfruttando la particolare posizione
in cui si trova il Friuli. In secondo luogo che la cultura riesce ad arrivare
con successo laddove l’economia fallisce o ha fallito.
Nonostante la crisi economica, l’Euro che non funziona e la
UE che rifiuta l’integrazione politica, dei semplici eventi culturali sono
riusciti a creare un clima di maggiore integrazione.
Questo dovrebbe essere un monito per tutti i politici
europei: non sarà l’economia a creare l’Europa ma, se ciò succederà, sarà solo
grazie alla cultura ed alla politica, uniche variabile capaci di creare e
realizzare progetti di lungo termine.
D.Deotto
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