lunedì 15 settembre 2014

RIFLESSIONE SUL FRIULI DOC




Si è appena conclusa la ventesima edizione del Friuli Doc l’appuntamento enogastronomico più celebre della regione.
Negli intenti della amministrazione comunale questa versione ha rappresentato un ritorno alle origini poiché si è deciso di caratterizzarla più come expo dell’artigianato che come sagra.
A tal proposito molto simbolica è stata l’inaugurazione che ha avuto come testimonial il giovanissimo portiere dell’Udinese Simone Scuffet, divenuto noto durante lo scorso campionato e molto popolare in Friuli per via della sua scelta di non abbandonare la città. Simone è diventato un simbolo per i giovani Friulani in un momento storico in cui troppo spesso i giovani vengono sradicati dalla propria terra ed allontanati dai propri affetti per mancanza di opportunità di lavoro.
La scelta fatta non è di per se negativa: effettivamente negli scorsi anni la manifestazione aveva preso una piega troppo da “festa alcolica” a livelli da creare problemi di ordine pubblico e, non meno importante, casi di devastanti sbronze tra minorenni che puntualmente finivano al pronto soccorso.
Senz’altro era quindi il caso di dare un taglio diverso ad una manifestazione che stava degenerando e perdendo ogni tipicità in favore di un generico clima di festa alcolica collettiva.
Ciò che invece può risultare discutibile è la scelta di voler limitare la partecipazione alla manifestazione esclusivamente a prodotti friulani. Questa “friulanizzazione” era arrivata a tale punto che per un periodo sembrava impossibile persino la partecipazione dei triestini.
In un epoca in cui la diversità enogastronimica va di moda ed è fonte di alti guadagni non era forse meglio consentire l’accesso a quelle realtà collegate alla storia del Friuli e del Patriarcato di Aquileia?
Friuli Doc non è l’unica manifestazione simile della regione. Ad inizio estate si è già svolta UdinEuropa e tra due settimane ci sarà Gusti di Frontiera a Gorizia. All’inizio di agosto nella non troppo distante Villach si tiene ogni anno il Villacher Kirchtag manifestazione non troppo differente nei contenuti.
UdinEuropa, Gusti di Frontiera ed il Villacher Kirchtag, pur rimanendo feste di città, hanno tutte quante deciso di aprire le proprie porte alle diverse nazionalità. Gusti di Frontiera nasce proprio a questo scopo ma forse l’esempio più eclatante è dato dal Villacher Kirchtag, nato come festa della città di Villach e nel tempo apertosi agli ungheresi, agli italiani ed agli sloveni. Si tratta di popolazioni che hanno avuto un ruolo rilevante nella storia del Carinzia ed in generale dell’Austria quindi il loro ingresso può essere accettato. E gli austriaci non hanno avuto problemi a concedersi quella dimensione internazionale che le loro terre hanno sempre avuto dal medioevo fino alla Grande Guerra.
Non è solo privilegio degli austriaci questa peculiarità: Udine è stata la sede del Patriarcato di Aquileia, stato medioevale che al suo interno amministrava cittadini di lingua italiana, friulana, slovena e tedesca.
Risulta difficile capire perché Udine si ostini a non voler sfruttare questo suo passato che la vede al centro delle tre principali culture europee, esprimendo una friulanità chiusa che non è di certo lo specchio storico delle origini della nostra regione.
Un Friuli doc che metta la nostra regione al centro è una scelta corretta ma che male ci farebbe far partecipare anche chi storicamente un tempo fu parte del Friuli? Sarebbe anche una buona occasione per mostrare i nostri prodotti oltre confine a possibili nuovi acquirenti senza limitarci a mostrarli a chi ormai già ben li conosce.
Quello che mi auspico nel futuro è una manifestazione che, oltre ad una esposizione dei prodotti friulani, sia in grado di accettare anche la presenza di carinziani e sloveni. Popolazioni vicine e che hanno contribuito allo sviluppo storico del Friuli. Tale apertura porterebbe in città un sacco di turisti che avrebbero così occasione di poter vedere i nostri prodotti tipici e le nostre specialità oltre che di soggiornare e visitare la città.
Insomma sarebbe un’ottima opportunità per incrementare il turismo e dare maggiore lustro alla manifestazione poiché ormai la concorrenza di altre manifestazioni in zona si fa sentire sempre di più e Friuli doc corre il serio rischio di essere messo in secondo piano.
Dobbiamo renderci conto che ormai Friuli-Carinzia e Slovenia stanno assumendo sempre di più il profilo di una Euro-regione e quindi l’apertura diventa fondamentale per poter acquisire benefici culturali ed economici. Se rimaniamo rintanati nella nostra piccola dimensione pensando di vivere ancora come nella guerra fredda rischiamo di rimanere indietro. E questo non è di certo il destino che vogliamo per una regione che potenzialmente può dare molto se solo conoscesse ed apprezzasse di più la propria storia.

D.Deotto.

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